Superare gli stereotipi di genere nel mondo del lavoro: il progetto europeo “Hey people!”

Sette Paesi europei coinvolti e una durata di due anni, con laboratori di media education in collaborazione con il MED. Online guida e strumenti formativi per replicarli

Chiedete a dei liceali sedicenni, a Carpi nel 2024, che lavoro fanno dieci donne e dieci uomini che conoscono, scoprirete che tra le donne le professioni più ricorrenti sono l’insegnante, la maestra d’asilo, l’infermiera, l’estetista, la casalinga, l’avvocata, qualche imprenditrice. Tra gli uomini, spiccano, invece, gli artigiani (muratore, idraulico, elettricista, meccanico), i professionisti, tra i quali l’ingegnere, gli imprenditori, nella più tradizionale divisione tra mestieri femminili e mestieri maschili.

Sono partiti da questo “gioco” di consapevolezza i due laboratori di media education sugli stereotipi di genere nel mondo del lavoro e su come i social network continuino a diffonderli, realizzati in due classi terze del liceo Fanti di Carpi nel corso dell’anno scolastico 2023-2024 e suddivisi in otto incontri da due ore ciascuno. I laboratori si sono svolti nell’ambito del progetto europeo “Hey People!”, partito a novembre 2022 e che si è concluso a novembre 2024 che aveva l’obiettivo di trovare gli strumenti per superare gli stereotipi di genere legati al lavoro presenti nei social e che possono influenzare negativamente la carriera professionale dei giovani. Il progetto, finanziato dal programma europeo CERV Cittadini, uguaglianza, diritti e valori ha coinvolto sette partner provenienti da Italia, Bulgaria, Spagna, Svezia, Grecia e Germania con la partecipazione di circa 135 giovani dai 16 ai 25 anni; in Italia è stato realizzato dalla società Aretès, coordinatrice del partenariato, e dalla Provincia di Modena in collaborazione con il MED e ha coinvolto una cinquantina di studenti delle due classi del liceo Fanti.

I laboratori, guidati da due media educator e in accordo con un docente di riferimento, si sono svolti seguendo le indicazioni del Modello di intervento elaborato dai partner, adattate alla giovanissima età dei partecipanti, con l’obiettivo di creare un prodotto di comunicazione basato su uno storytelling alternativo. Utilizzando l’approccio del MED negli incontri sono stati affrontati i concetti di stereotipo e di pregiudizio, gli studenti sono stati guidati a analizzare gli stereotipi esistenti nel mondo del lavoro e la loro percezione da parte degli studenti e svolgere attività di ricerca dei dati, di discussione e di confronto. Di seguito, si è passati a indagare i modelli di genere veicolati dai social network frequentati dai ragazzi e quelli presentati dalle pubblicità, per capire se e come questi modelli riflettano la realtà e se possono influenzarla. I ragazzi hanno partecipato, quindi, a un incontro con le Consigliere di parità della Provincia di Modena, importante per entrare in contatto con situazioni reali e per far conoscere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e, soprattutto, le domande che il datore di lavoro può e non può fare nel colloquio di assunzione. A questo proposito, diversi ragazzi hanno raccontato di conoscere donne che si sono sentite fare la domanda “vuoi avere figli?” che viene ancora posta, nonostante non sia legale, e alla quale poche hanno il coraggio di reagire. Negli incontri successivi sono stati approfonditi i temi del linguaggio, anche attraverso i testi di canzoni che i ragazzi ascoltano. Infine, si è ragionato su come sia possibile modificare in meglio la narrazione di genere e i ragazzi, divisi in gruppi, hanno creato prodotti multimediali che hanno partecipato a una challenge finale con quelli realizzati negli altri Paesi.

In Italia il percorso è stato adattato alla giovane età dei ragazzi che sono ancora a scuola e non hanno ancora avuto contatti diretti con il mondo del lavoro. Le concezioni e il pensiero che hanno provengono dal vissuto in famiglia e dalla comunicazione di cui fruiscono per la maggior parte sui social o tramite le serie tv.

Dai laboratori sono emerse riflessioni molto interessanti: nonostante, appunto, il problema per ora non li tocchi direttamente, tutti e tutte si sono lasciati coinvolgere in discussioni profonde e interessanti, a tratti anche accese; i ragazzi si sono impegnati nella ricerca di esempi e nei compiti affidati e sono stati in grado, alla fine, di sintetizzare il loro pensiero e le conclusioni in prodotti multimediali di comunicazione molto interessanti e vari: dalle videointerviste a una poesia rap animata, da racconti a volantini appesi per strada.

Il laboratorio è facilmente replicabile seguendo il modello di intervento e utilizzando i materiali presenti sul sito Hey People!, tra cui un’app, intitolata Dear Future Manager che, attraverso una serie di domande, aiuta i ragazzi a prendere consapevolezza delle loro potenzialità.

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